B.A.T. Basic Absurd Technology, per Anna Torretta e Erika Morandi
Anna Torretta e Erika Morandi, sull’artificiale moderno di B.A.T. (Basically Absurd Technology). La via aperta da Valerio Folco e Massimo Farina, nell’ottobre 2002, sulla parete del Caporal in Valle dell’Orco.
5 lunghezze, con difficoltà fino allA3, in cui Anna ed Erika hanno “viaggiato” per 7 giorni con 5 bivacchi in parete. Un “gioco”, a fare Big Wall sulle pareti di casa, che Anna ci racconta con l’ancora “fresco” ricordo dell’esperienza solitaria dello scorso anno su Zodiac, nell’immensa parete del Capitan… Risultato, capitani o caporali che siano: anche noi abbiamo la nostra (grande) California!
B.A.T. Basic Absurd Technology
Giocare alle Big Wall sulle pareti di casa, una Mini Wall sul Caporal, Valle dellOrco. Ovvero la seconda ripetizione di BAT, di Valerio Folco: 7 giorni, 5 bivacchi in parete by Anna Torretta e Erika Morandi
di Anna Torretta
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Voglio salire BAT tutta di un fiato, senza scendere, sarà una piccola Big Wall, una Mini Wall in Valle dellOrco!”Una risata prolungata a pieni polmoni risuona sotto al Caporal. Penzolo a un metro da terra. Il rinvio a espansione che ha fermato la caduta si trova 6 metri più in alto, non esploso, rido di cuore! Se si fosse aperto il dissipatore sarei arrivata a terra, rido, non penso, e guardo verso lalto. LA2 di Folco ha una R maiuscola nella relazione, significa che in caso di volo, si vola a terra! – Questo è solo A2, come sarà lA3? penso tra di me mentre mi apro limbragatura.
Sono alla sosta del Picchio Rosso, un uccellino grigio con il petto e le ali rosse salta sulla parete di fronte a noi. Oggi è il quarto giorno che sono sul granito del Caporal, mi guardo intorno e scorro con la mente nelle giornate passate. Alzo finalmente gli occhi dal metro di roccia sopra alla mia testa, che per lunghi minuti e a volte ore mi ha tenuto occupata nei giorni scorsi, mi rilasso e mi allungo sul portaledge. Erika hai voglia di ingaggiarti anche tu? Il primo tiro di A3 mi ha messa alla prova, due giorni passati a mettere cooper-head, cliff e microfriends. La via non molla mai!
E domenica, forse, sulle vie a fianco ci sono parecchie persone. Noi siamo fuori dal tempo, e dallo spazio, una parete liscia e strapiombante solcata da diedri, lame e sottili fessure ci divide dalle altre cordate, siamo sui grandi strapiombi di B.A.T., la via di artificiale moderno aperta da Valerio Folco. Sono con Erika Moranti e stiamo cercando di fare la seconda ripetizione della via.
Cosa vuol dire artificiale moderno? La progressione è più difficile e faticosa delle vie classiche, aperte 10 anni fa, la scala delle difficoltà è ristretta verso il basso, lingaggio aumenta; si usano copper-head, cliff, sky-hook, rurps, beaks
tutta la ferraglia da artificiale, senza eccezioni. In realtà non trovo differenza tra i tiri di A2 e quelli di A3.
Siamo fuori dal tempo poiché è la via che detta le ore alla nostra salita, siamo fuori dallo spazio reale perché siamo sul portaledge da 4 giorni e tutti le nostre azioni sono dettate dalle sue dimensioni e dalla dimensione strapiombante della parete.
Sembra proprio di essere sul paretone Californiano del Capitan. La prospettiva salendo cambia incredibilmente, le corde, le staffe, sono sempre nel vuoto. Ho iniziato ad arrampicare in Valle dellOrco, sono stata molte volte al Caporal ma non mi sono mai resa conto che questa parete strapiomba così tanto. Non avrei mai pensato di salire il Caporal in stile Big Wall!
La settimana scorsa a Courmayeur decido di chiamare Valerio (Folco), è più di un mese che ho in testa di andare a ripetere BAT, ma non mi decido mai a partire. Devo sapere se i punti di sosta sono preparati o li devo attrezzare, penso tra di me. Telefono a Valerio che mi invita a scendere a casa sua a scambiare due chiacchere.
Il tempo di scendere da Courmayeur a La Salle, un quarto dora di macchina, e il Folco mi ha già preparato la stampa della relazione e mandato in registrazione il film, girato sulla via!
Mi informo sul materiale che serve, mi informo su quei 40 copper-head riportati nella relazione. Valerio apre lanta di un armadio bianco al piano semi interrato della sua abitazione e comincia a mettermi in mano i sacchetti che contengono le magnifiche teste di rame, piccoli, medi, grossi, e i ring, cioè copper-head fatti ad anello per le fessure orizzontali, di tutte le misure esistenti.
Rurp ne hai? mi chiede Io insieme ai beaks li uso moltissimo!, Valerio mi presta i suoi cliff, il tendino per il portaledge, le staffe e mi fa una magnifica lezione sulle tecniche avanzate di artificiale. Io non so come ringraziare, adesso la via devo andarla a fare, non ho più scuse per rimandare. Così sento Erika e decidiamo di provare questavventura la settimana successiva! Erika Morandi e io ci siamo conosciute alla Facoltà di Architettura di Torino. Ha già fatto delle vie in artificiale, è un po matta e ha voglia di provare cose nuove, è la compagna giusta!
Martedì pomeriggio, in cima al Caporal, dopo cinque bivacchi in parete, Erika e io ci abbracciamo, la via è finita, ci ha messo a dura prova!
Mi sono sentita un po in California, mi sono sentita fortunata ad avere una parete così dietro a casa; ho stretto un rapporto di amicizia con Erika che ci accompagnerà in futuro, ho portato a termine un progetto, sto già pensando al prossimo… Complimenti Valerio, BAT è fantastica!.
BAT è stata salita dal basso integralmente, dal secondo tiro. Dopo il volo del primo giorno, una cena a base di trote di Ceresole al forno, fatta da Jianlu (Gianluca Jodice), e del buon vino bianco ci ha rimesse a posto per attaccare la via: per passare 5 notti sul portaledge, per condividere paure, emozioni, momenti esaltanti e quelli un po meno.
Sono partita nel dubbio di essere in grado di uscire dalla via, ci siamo riuscite!
di Anna Torretta
a sx: In vetta…
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